giovedì 6 dicembre 2007

Case, affitti e odissee dublinesi

Dunque, si dà il caso che, a causa del cambio di lavoro (il mio prossimo ufficio si trova esattamente al punto opposto della città rispetto a dove abito ora), mi sia trovato costretto a cercare casa in centro città, la scelta migliore per entrambi (io e Paola): questo non solo perché ci permette di gustarci l'interessante vita dublinese senza fare chilometri ogni volta, ma perché i trasporti pubblici della città sono decisamente peculiari. In sostanza, dal centro vai ovunque, dalla periferia vai solo in centro. Linee pubbliche a raggiera, insomma.

Eggià, non tutto in Irlanda è avanti 10 anni, anzi: se contiamo che non hanno mai fatto una metropolitana "perché non ci hanno mai pensato" (tassista dixit), che le due linee di metrò leggera non si incrociano, che tutta la parte Nord della città è irraggiungibile senza cambiare 3 mezzi, beh, avete un quadro abbastanza preciso della cosa; e sia lodato chi ha inventato i taxi (che qui non costano come il noleggio di una limousine...).

Sta di fatto che mi sono dovuto mettere alla ricerca di un appartamentino decente, a costo non enorme (quello lo si trova solo a Milano), pulito, sicuro... Una missione difficile, ma non impossibile: basta avere tempo e pazienza. Ecco quindi che inizia la ricerca.

Prendo il primo appuntamento, vado a vedere l'appartamento, e subito va alla grande: incontro una francese, attuale affittuaria, che mi mostra un bilocale centralissimo, moderno e quasi di lusso, giusto al limite della spesa che abbiamo stabilito. In più, è disponibile proprio dal periodo che ci serve. Perfetto, lo blocco versando subito una caparra.
Peccato che nello scambio di mail successivo, per le informazioni "tecniche", la tipa mi dice che il padrone ha cambiato idea sul prezzo, dato che i mutui sono cresciuti, l'inflazione anche, ha un'unghia incarnita, gli è apparso l'arcangelo Gabriele preannunciandogli l'imminente maternità... Insomma, mi girano le cosiddette e mi faccio ridare la caparra. Punto e a capo.

Passiamo al secondo: fisso l'appuntamento, sta proprio di fianco al mio attuale ufficio. Entro nello stabile passando in un portone tipo Inferno dantesco, e subito trovo un biglietto da visita nella forma di un knacker (tipico teppistello irlandese) svaccato in terra con l'aria di aver aspirato un fustino di Dixan, attirato da colore e consistenza. Partiamo male. Entro nell'appartamento, un buco simile a un armadio a muro, e due tizie sui 25, un'irlandese e un'americana, praticamente improvvisano uno show: più che la visita a un appartamento è stata una televendita, con queste che mascheravano con risate e battutone un vero e proprio interrogatorio per capire se ero affiliato ad Al Qaeda o potevano ritenermi affidabile. Faccio di tutto per chiudere in fretta e scappo promettendo di farmi sentire presto, senza manco prendere il numero di telefono. Au revoir.

Paola ne va a vedere uno sparato a prezzo decisamente alto, che sull'annuncio metteva foto allettanti (stanze che sembrano enormi, mobilio nuovo e luccicante...). Peccato che si riveli poi essere stretto anche per una sola persona, che Photoshop e una sapiente posizione della macchina fotografica avevano aiutato a mascherare la realtà, e che tutto intorno sia un cantiere aperto notte e giorno. Ecco, magari ci pensiamo, eh? Arrivederci...

Tocca di nuovo a me, e stavolta fisso ben 2 appuntamenti nel raggio di mezz'ora! Vado fiducioso al primo, dove sono accolto da una kapò nazista sopravvissuta alla caduta del Reich, che con aria zuccherosa falsa come Giuda nelle sue migliori performances (aveva appena maltrattato ,di fronte a me, il povero pakistano addetto alle pulizie) mi mostra, in 30 secondi netti, un appartamentino nemmeno malaccio, in un caseggiato non splendido ma passabile... Ma qualcosa non torna. Cerco di isolarlo tra le sue chiacchiere a 200 km/h, e alla fine mi viene in mente. Ma la lavatrice 'ndo sta? "AAAAAAAHHH, quella è in cantina. Comune. Ma costa soli 3 € per lavaggio! Vieni che ti faccio vedere!". Inutile dire che ho dovuto raccogliere la mandibola da terra, prima di scappare a gambe levate.

Alla fine, l'appuntamento immediatamente successivo si rivela quello definitivo: il posto è bello, anche economico, tutto sommato, pulito, bla bla bla, e non ha elettrodomestici sparsi per il quartiere. Ci entro lunedì, chissà mai che in realtà nasconda un allevamento di boa constrictor!

5 commenti:

Isabel Green ha detto...

cercare casa è sempre complicato ;)

Anonimo ha detto...

Dai, è stato piuttosto faticoso, ma sono sicuro che l'ultima casa che avete trovato sarà proprio quella giusta! Avere sotto i piedi, o quasi, il centro di una città è senz'altro molto soddisfacente. Del resto, vivere in periferia può essere una soluzione più tranquilla, ma certo è anche frustrante. Però chissà se la nuova casa avrà ancora l'indispensabile davanzalone per posizionare la vostra postazione FBI documentata nelle prime foto di questo blog (eh eh)!

andima ha detto...

la terza casa che andai a visitare aveva due singole, ma in ogni singola c'era un letto e.. basta!! cioe' appena 20cm di spazio intorno a letto, senza armadio, comodino, nulla, o io o la valigia, tutti e due non ci entravamo!! e voleva 100 euro a settimana ahahahhaahha, ma proprio contro di diritti umani!! qui stanno fuori :-)
Spero che la tua sia migliore!!

Anonimo ha detto...

La postazione FBI al momento è ridotta a un groviglio di cavi, portatili, cuffie, casse, pezzi di iPod, mouse, webcam... Il tutto ammassato in un angolo del salotto sfruttando un mobiletto porta-TV, giusto perchè le TV è ancora missing (almeno fino a settimana prossima!)

Stefania ha detto...

Enrico, il mio ragazzo, ci ha messo circa un mese per trovare casa. La cosa brutta è che TUTTE avevano la moquette ed a me fa schifo (oltretutto abbiamo i gatti....immagina tu lo sporco).

Alla fine l'ha trovata a Bray. Non è vero che i trasporti fanno schifo, ho scritto proprio oggi un topic sui treni sul mio blog. E c'è la fermata del treno proprio dietro al suo ufficio. :)