sabato 3 maggio 2008

Rosse irlandesi

Lo so, un mese e mezzo senza scrivere è una cosa scandalosa, ma vi prego di considerare che il tempo per farlo, e anche le occasioni di cui scrivere, ultimamente si sono ridotte al lumicino causa lavoro e incombenze quotidiane.

Basta però prendersi una giornata per fare un giro nell'interno dell'isola (ebbene sì, la mia prima gita al di fuori della contea di Dublino l'ho fatta dopo 9 mesi di permanenza!) per capire che le irlandesate sono lì, che ti aspettano, e devi solo trovartici davanti.

Ecco quindi che la visita domenicale a Kilkenny, bella cittadina medievale nel Sud/Ovest d'Irlanda, mette inevitabilmente in mostra quello che qualunque buon irish considera normale, e che lascia invece basito un italico emigrante come il sottoscritto.

Prima di tutto, sì, se avete pensato alla birra omonima quando ho scritto "Kilkenny", sappiate che la fanno esattamente in quella città (quella è la rossa irlandese in questione, che pensavate?!): e ovviamente il birrificio non poteva che essere assurdo, con una chiesa medievale in rovina incorporata direttamente IN MEZZO alla fabbrica...


Ma soprattutto il misto di sadismo e ironia involontaria dei locali appare quando saliamo verso la cattedrale di San Canice, dalla cui torre è possibile osservare tutta la città e metà della contea circostante. Prima di tutto, i metodi usati per evitare che i bimbi si divertano sugli scivoli/corrimano in pietra:


Non oso pensare alla quantità di frattaglie da rimuovere, se una cosa del genere venisse fatta sui corrimani delle scale mobili in metropolitana a Milano...

Infine, giunti alla meta, e pagato l'obolo di ingresso alla scalata della Torre, con le sue scale in legno verticali e traballanti, ci troviamo di fronte questo incoraggiante e solidale cartello:


E tanti auguri a tutti!