martedì 28 agosto 2007

Serate irish

Visto che sto raccontando praticamente solo "disavventure" (anche se piu` comiche che altro, ci mancherebbe!) non vorrei che passasse l`idea che tutto qui è una catastrofe! Anzi, non mancano i momenti di pure divertimento. Come quelli che ho raccontato, a pensarci bene.

In ogni caso, stando a 12 km dal centro citta`, naturalmente è il weekend il momento preferito per uscire e vedere nuovi posti, sia di giorno "da turisti", cosa che per pigrizia ma soprattutto mancanza di tempo non ho ancora fatto, sia per bersi una birra in uno dei miliardi di pub tipicamente irlandesi che affollano la citta`. Capita che il criterio di scelta per questi ultimi sia "Uuuuh questo ha 3 piani, è tutto in legno e ha la birra di produzione propria!" o, piu` semplicemente, "Uuuuuh 2 litri a nove euroooooooo!".
In questo caso pero` raccontero` un tranquillo weekend di paura occorso a un mio collega, che poi non e` altri che il mio alter ego francese descritto nel post del b&b...

Sabato sera scendo in centro con Daniele e Zac per una birretta dalle parti di O'Connell, per intenderci la via principale di Dublino, quella con lo Spire:


Siamo in questo simil-pub cinese quando mi giunge, verso le 23.30, una chiamata da parte del suddetto francese, interessato a raggiungerci e che quindi chiede informazioni su dove trovarci, essendo lui a 20 minuti di strada, in zona Temple Bar. Gli dico di richiamarmi in mezzora perche` ci saremmo diretti alla Luas per fare ritorno a casa, visto che la linea chiude a mezzanotte e mezza, e ci salutiamo. Da quel momento, il silenzio radio.

Non ci faccio comunque piu` di tanto caso, oltretutto si intuiva che non fosse esattamente lucido ma sapevo che era in compagnia di altri colleghi francesi...
Lunedi` lo becco appena entrato in ufficio e ovviamente la prima cosa che faccio è chiedergli che fine avesse fatto: e qui inizia l`epopea.

Si scopre che ha avuto un paio d`ore di black out mentale dopo aver perso gli altri e ha cominciato a vagare seguendo il fiume in direzione del mare, fino a trovarsi praticamente ai Docks (leggi: a 4 km dal centro) e crollare da qualche parte. Una volta ripresosi, realizza che FORSE e` il caso di tornare verso casa, e dopo essersi rifatto la strada all`inverso e aver raggiunto la fermata della Luas, ovviamente chiusa, si incammina sui binari (!) verso Dundrum (leggi: a DIECI km dal centro!) e arriva, in un`ora imprecisata, a casa.

Peccato che al momento di aprire la porta realizzi di non avere la chiave, e gli sorge il dubbio di averla lanciata nel fiume insieme a diversi altri oggetti presi dalle tasche o trovati per strada, durante la sua euforia alcolica. Che fa il nostro? Torna sui binari e si fa altre 3 fermate fino alla casa dell`amico con cui era, che ovviamente delle sue chiavi non sa nulla e lo lascia dormire in... cucina.

Il suo commento alla fine del racconto, tra scroscianti applausi, e` stato: "finalmente sono anch'io un vero irlandese!"

lunedì 27 agosto 2007

Attentaaaaaaaato!

No, non saltate subito sulla sedia, è tutto ok. Semplicemente un esponente della comunità locale ha tentato di stirarmi come una nutria su una provinciale lombarda.

Succede che anche in Irlanda, in modo peculiare anzi, esistono gli zingari - o comunque li si voglia chiamare, in ogni caso comunità di nomadi residenti in roulottes di varie dimensioni - e dico peculiarmente perché qui non si tratta quasi mai di Rom, ma di zingari nativi irlandesi, con tanto di capelli rossi e faccia simile al bambino descritto qualche post più in basso. Sta di fatto che un accampamento di questi suddetti girovaghi si trova a nemmeno 100 metri dal capolinea della Luas (la metropolitana leggera locale) di Sandyford, da dove parto e dove arrivo per andare verso il centro città.

Venerdì, mentre me ne torno insieme a Zac e con le mie sporte della spesa dal centro commerciale dove posso sfogare le mie ansie consumistiche (capirai...) mi trovo, come sempre, a passare davanti alle roulottes di cui sopra nella via chiusa in cui si sono stabiliti, per raggiungere poi il cavalcavia verso casa mia; sto attraversando a tranquillo la strada quando un bimbetto su una macchinina a pedali in grado probabilmente di scalare anche i muri, dall'aspetto, fa per passarmi di fianco.

Io continuo per la mia strada chiacchierando, ma Zac, profeta di disastri, mi fa: "Adesso questo ti investe". E ovviamente che succede? Che 'sto menomato di bambino sterza di colpo giusto di fianco a me, al che con riflesso felino ho dovuto battere i record olimpici di salto in alto e farmelo passare praticamente sotto ai piedi! La cosa bella è che ero partito con 2 scatole di sushi da Dundrum, il centro commerciale succitato, stando attendo a non agitarle per non rovinarle... Praticamente il pesce, da crudo, è tornato vivo col salto che ha fatto. Se non è colore locale questo...

sabato 25 agosto 2007

Connessione in corso...

Ed eccoci finalmente connessi! Avere una rete (per ora) funzionante finalmente è u sollievo: ostentare un'espressione concentrata davanti al pc dell'ufficio mentre in realtà scrivo le peggiori nefandezze sul mio blog cominciava a diventare uno sforzo un po' eccessivo.
E invece - surprise surprise - tutto d'un tratto ci siamo resi conto di avere il segnale forte e chiaro, ed eccoci qui a sfruttarne ovviamente gli aspetti più seri ed impegnati.

Ma per poco: è sabato pure in Irlanda, anzi, SOPRATTUTTO in Irlanda, e ci aspetta una serata di conversazioni, discussioni, scambi d'opinioni e...


SLAINTE!

venerdì 17 agosto 2007

Paparazzate varie

Ok, è tempo di postare qualche foto fatta nella nuova casa e coi suoi splendidi occupanti.

1) Daniele colto nell`atto di prepararsi una leggera colazione irlandese: salsicce, uova, bacon e pepe a volonta`.


2) Max tenta inutilmente di nascondere il catalogo di Argos (l'IKEA irlandese), per cui ha ormai un affetto morboso:


3) Zac nel suo ufficio:


4) Paola di fronte alla postazione informatica modello CIA in camera da letto:


PS: non vi rispondo mai sul blog, ma leggo i vostri commenti e li apprezzo molto ;-) Ci sentiamo poi via mail, MSN, piccione viaggiatore o telepatia come al solito.

sabato 11 agosto 2007

Sprazzi di serena umiliazione - 2

Approfitto di un sabato di intenso lavoro per un nuovo, questa volta breve, episodio.

Un tardo pomeriggio, nel mezzo della settimana, si tornava dal lavoro (sempre in compagnia del fido Max), lungo la salita che si inerpica verso il quartiere di villette dove abbiamo preso casa. A quell`ora i classici impiegati, provenienti soprattutto dall`enorme edificio di Vodafone Ireland, se ne tornano stanchi ma energici verso casa in fila ordinata. Dico energici perche` se io e Max camminavamo come 2 minatori del Sulcis dopo 1 mese ininterrotto di lavoro, questi invece filano come motorini anche in salita. Mah, irlandesi.

Sta di fatto che con la nostra aria da "datemi una doccia e un pasto caldo, plz" ci siamo resi conto di spiccare abbastanza nel "tipo" irlandese, sempre di corsa anche quando porta a spasso il cane; ed eccone la prova definitiva. A meno di meta` salita siamo costretti ad attraversare la strada e a passare su un marciapiede che costeggia delle villette ordinate, una delle quali aveva dei lavori in corso nel giardino, con tanto di cumuli di sabbia, mattoni, cemento e quant`altro: quel giorno, mentre passiamo, dai mattoni sbuca un bimbo di circa 6/7 anni, faccia tipica da "ripassa tra 5 anni che ti spacco in quattro", insomma un irlandese vero, e inizia a farci boccacce.

Noi scoppiamo a ridere ma continuiamo la camminata, e quando gli siamo ormai vicini il nanerottolo torna a rifugiarsi tra il materiale edile; mentre gia` Max dipinge il quadro della nostra condizione di immigrati derelitti mi viene pero` l`idea di guardarmi alle spalle ed ecco che il moccioso e` tornato sul marciapiede, ma questa volta affonda definitivamente la nostra autostima esponendo le terga al vento e indicandosele in modo molto eloquente...

Li amo sempre di piu`.

mercoledì 8 agosto 2007

Sprazzi di serena umiliazione

Poco dopo il mio trasferimento forzato in un`altra casa (questa volta condivisa, e anche qui ne avro` da raccontare) dell`azienda, ecco che un`altra interessante avventura occorre a me e al mio coinquilino Max.

Un bel giorno (bello nel senso letterale della parola, era il primo in cui si vedeva un po` di sole dal mio arrivo!) dell`unico weekend in cui sono riuscito a non lavorare io e il succitato compare decidiamo di controllare l`esistenza di un cavalcavia sulla M50, l`autostrada che passa in fondo alla valle e che ci costringe a un giro di 3 km per arrivare in ufficio. Insomma dalla casa (freccetta verde) ci sarebbe un sottopassaggio o un cavalcavia a 5 minuti di strada (freccia rossa) che permette di tagliare almeno 1 km allegramente.


C`e` solo un problema: quella zona grigia che sta esattamente in mezzo ai 2 punti evidenziati e` una specie di grande cantiere, completamente recintato, in cui stanno buttando le basi (supponiamo) per nuove case e il prolungamento della Luas (la metropolitana leggera). Morale, belli belli ci presentiamo all`ingresso del cantiere, e quando il guardiano, in divisa da ammiraglio della marina polinesiana, esce sospettoso dal suo container mi faccio avanti e spiego che cerchiamo la strada che ci permette di attraversare la M50, appunto.

Questo, con un sorrisone splendente, e in pessimo inglese, ci fa cenno di seguirlo e ci indica 2 pile di mattoni presso una rete metallica, che racchiude un prato e lascia intravedere sullo sfondo l`autostrada; davanti alla mia faccia basita, inizia a spiegare "Quella e l`autostrada! Voi adesso saltate sui mattoni, scavalcate la rete (alta non meno di 2 metri), attraversate il prato e poi scendete sulla M50!". Io sulle prime temo di aver capito male, ma questo vuole proprio farci attraversare - tutti i giorni in direzione dell`ufficio, oltretutto - l`autostrada a piedi dopo aver compiuto un percorso degno di Indiana Jones (quando aveva 30 anni, mica ora).

A questo punto, sicuro di quello che ho sentito, metto la mia espressione facciale in stand-by sul sorrisone modello "Henry" (vedi post precedente) e gli dico "Ok grazie magari qualche giorno ci proviaaamoooo eeeeeh". Lui subodora, e dopo averci raccontato di chiamarsi Ashot e di essere armeno ci consiglia di uscire dal fondo del cantiere, dopo aver spiegato la situazione al suo collega e amicone Sahid.

Noi, ormai sconsolati, ci dirigiamo verso il suddetto Sahid, e qui accade l`inenarrabile: ci vede, esce dal container, ci guarda dall`alto in basso e chiede sprezzante:

"Avete finito il vostro lavoro?"

Dopo aver biascicato qualcosa come "Ma noi veramente... Ashot..." rinunciamo a comunicare e strisciamo fuori dal cancello sui gomiti.

Grandi prospettive si aprono nel nostro futuro!

domenica 5 agosto 2007

Il "tipo" irlandese

L`impatto piu` forte, dal mio punto di vista, con l`Irlanda e`, anche se sembra banale dirlo, quello con l`Irlandese tipo: un modello decisamente particolare e ben diverso dall`italiano/ota medio a cui siamo abituati. Non ho pero` nessuna voglia di cantare le lodi dell`irish medio da bravo esterofilo, non vi spaventate; raccontero` solo qualche aneddoto per farvi capire a cosa si viene incontro nel primo mese di permanenza in citta`.

Prima di tutto, non e` cosi` vero che gli irlandesi sono gioviali: sono loquaci, e` diverso. Loro ti parlano, ti chiedono, ti rispondono senza il minimo problema, il che non vuol dire che vogliano instaurare un qualsiasi rapporto con te... Stanno semplicemente assecondando la loro natura, che e` evidentemente portata alla comunicazione. Poi e` chiaro che se vi infilate - e se siete qui lo farete presto - in un pub random il venerdi` o sabato sera il tasso di giovialita` (e non solo quello) aumenta in fretta!

Primo esempio: al mio arrivo mi e` stato fornito un indirizzo sbagliato, che il tassista non riesce ovviamente a trovare perche` inesistente. Dopo mezzora di giri a vuoto mi faccio sbarcare nel mezzo di un simpatico gruppo di casette e telefono in azienda per capire quale ponte dovro` sclegliermi come tetto per la notte, e mi viene detto "No, tu sei al b&b tale, vai la` che la tua camera e` gia` pronta!". Ripiglio un taxi in quella landa sperduta alle pendici dei monti (oddio, monti...) e mi ci faccio portare.

Al mio ingresso il gestore, tale Henry, mi mostra sbrigativamente la stanza spiegandomi "No fumo / No cibo / No compagnia!" e accompagnando il suo inglese dublinese (per chi non lo conoscesse, le U restano tali... provate a sentire come dicono BUS o MUCH...) con eloquenti gesti da "Io Tarzan, tu Cita". La tentazione di sbattere i tacchi e rispondere urlando uno"Jawohl!" e` forte, ma mi trattengo per non rovinare l`idillio con una lieve gaffe. Una crepa pero` si apre nel mio sorriso quando Henry, subito dopo avermi fatto girare intorno alla Ferrari parcheggiata nel garage per spostare la valigia, mi dice "Tutto ok, allora, Sebastien?": una lieve inquietudine inizia a serpeggiare, solidificata dal fatto che alla mia risposta "Ok Henry, and by the way... My name`s Alberto" il militaresco ometto mi replica "No problem Sebastian, breakfast tomorrow at 8 o`clock!".

Per 3 lunghi giorni, ad ogni colazione e ogni volta che incrociavo lui o la moglie, mi sentivo chiamare Sebastien (erano arrivati persino al piu` confidenziale Seb), e io, subodorando l`inghippo, mostravo 32 scintillanti denti agitando la manina... finche` un brutto giorno la contabile dell`azienda non viene da me e mi spiega che c`e` stato un errore, devo andare in una casa condivisa e al b&b ci deve arrivare un francese, tale Sebastien! Al che mi arrendo, torno alla stanza a raccogliere la mia roba e per l`1ultima notte e trovo l`arcigno Henry, col cuore infranto, che mugugna qualcosa di simile a "Buonanotte" e, la mattina dopo, mi serve visibilmente controvoglia la mia ultima colazione irish (uovo, salsicce, pomodoro, macedonia, succo di frutta...SBAV). La cinesina che alle 10 bussa alla mia porta urlando "COLLIIIIIIN COLLIIIIIIN" (ci sono voluti 10 minuti buoni per realizzare che intendeva dire "Clean", e cioe` che doveva pulire la camera, quando io gia` mi vedevo scambiare ora per un`attrice californiana) e` il degno epitaffio della mio primo impatto con gli irlandesi.

Amore a prima vista.

mercoledì 1 agosto 2007

Veste grafica

Si; lo so che il blog al momento non e' un blog: si presenta da schifo. Ma visto che sto lavorando in miniera di sale tutti i giorni fino alle 20 (compresi sabato, domenica e lunedi` che e' bank holiday) portate un attimo pazienza se ci capitate sopra :)